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Saporetti

“Tramutarsi in fantasmi, o in nuvole, o in
vento, divenire ombra,
eclissarsi disintegrarsi in un cielo per
ricomporsi, tale e quale, in altro cielo, tutte
queste erano imprese di cui
Saporetti, a nostro avviso, era
capacissimo.”

Max David

“Mi viene spesso detto che i giovani pittori italiani sono influenzati da me. Naturalmente, Saporetti non è tra questi. La sua personalissima tavolozza ci ricorda i cari vecchi arazzi che il tempo ha sbiadito, il suo mondo è pieno di strani fantasmi, a volte un po’ feroci.”

Filippo De Pisis

“Saporetti ricompone panoplie di dagherrotipi, volti di antenati ottocenteschi, dorati nell’invecchiamento degli albums di genealogie immaginarie. Oppure immette, sulla stesa di cieli e terre “naturali”, l’apparizione di creature mitologiche nata da una fantasia elegante e colta.”

Franco Russoli

“C’è tuttavia la inclinazione dell’artista a raccontare con linguaggi diversi le storie più sapide apprese e vissute per buona parte in ambienti culturali diversi tra loro. Un orecchio facile, del resto, lo diverte a raccattare per strada gli echi di quei grandi stimoli che tre quarti di secolo hanno dato all’arte.”

Tommaso Paloscia

“Saporetti poeta riesce ad esserlo anche a Milano: cammina con la sua aria distratta di dandy, con Pierre al guinzaglio, non esiste il cemento; con Pierre parla inglese con Susy francese: macché scappamento veleni traffico clacson!
Passa Saporetti, pallido e altero, pulito e orgoglioso.
E voi lasciatelo passare: Saporetti è al lavoro per noi.
Va a studio, si guarda dentro, dipinge – e ci dice quel che di noi non riusciamo più a scoprire.”

Nicola Cattedra

“È questa ironia quasi casta a darci il filo di Arianna della pittura di Saporetti: casta anche nei toni, e non perché Saporetti non senta il dramma ma per il pudore con cui sa nasconderlo. Il suo interesse va agli impulsi genuini dell’uomo che si modella sulle cose senza traumi o complessi ossessivi.”

Curzia Ferrari

“Già consideravo una fortuna l’aver conosciuto un artista così singolare e importante, “esplosivo”, come l’ho definito, e un personaggio così attraente: ed ora, ricontemplando questi fogli, sempre più mi avvedo che si tratta di uno spirito creativo fuori dell’ordinario, non riducibile in nessuna classificazione, di una fantasia potente ed inesauribile, spesso ironica ma sotto pervasa anche di una ineffabile dolcezza, sempre imprevedibile ma pure rigorosamente fedele ad un suo filo segreto. Un artista a cui “riesce tutto”.”

Enzo Carli

“Tramutarsi in fantasmi, o in nuvole, o in
vento, divenire ombra,
eclissarsi disintegrarsi in un cielo per
ricomporsi, tale e quale, in altro cielo, tutte
queste erano imprese di cui
Saporetti, a nostro avviso, era
capacissimo.”

Max David

“Mi viene spesso detto che i giovani pittori italiani sono influenzati da me. Naturalmente, Saporetti non è tra questi. La sua personalissima tavolozza ci ricorda i cari vecchi arazzi che il tempo ha sbiadito, il suo mondo è pieno di strani fantasmi, a volte un po’ feroci.”

Filippo De Pisis

“Saporetti ricompone panoplie di dagherrotipi, volti di antenati ottocenteschi, dorati nell’invecchiamento degli albums di genealogie immaginarie. Oppure immette, sulla stesa di cieli e terre “naturali”, l’apparizione di creature mitologiche nata da una fantasia elegante e colta.”

Franco Russoli

“C’è tuttavia la inclinazione dell’artista a raccontare con linguaggi diversi le storie più sapide apprese e vissute per buona parte in ambienti culturali diversi tra loro. Un orecchio facile, del resto, lo diverte a raccattare per strada gli echi di quei grandi stimoli che tre quarti di secolo hanno dato all’arte.”

Tommaso Paloscia

“Saporetti poeta riesce ad esserlo anche a Milano: cammina con la sua aria distratta di dandy, con Pierre al guinzaglio, non esiste il cemento; con Pierre parla inglese con Susy francese: macché scappamento veleni traffico clacson!
Passa Saporetti, pallido e altero, pulito e orgoglioso.
E voi lasciatelo passare: Saporetti è al lavoro per noi.
Va a studio, si guarda dentro, dipinge – e ci dice quel che di noi non riusciamo più a scoprire.”

Nicola Cattedra

“È questa ironia quasi casta a darci il filo di Arianna della pittura di Saporetti: casta anche nei toni, e non perché Saporetti non senta il dramma ma per il pudore con cui sa nasconderlo. Il suo interesse va agli impulsi genuini dell’uomo che si modella sulle cose senza traumi o complessi ossessivi.”

Curzia Ferrari

“Già consideravo una fortuna l’aver conosciuto un artista così singolare e importante, “esplosivo”, come l’ho definito, e un personaggio così attraente: ed ora, ricontemplando questi fogli, sempre più mi avvedo che si tratta di uno spirito creativo fuori dell’ordinario, non riducibile in nessuna classificazione, di una fantasia potente ed inesauribile, spesso ironica ma sotto pervasa anche di una ineffabile dolcezza, sempre imprevedibile ma pure rigorosamente fedele ad un suo filo segreto. Un artista a cui “riesce tutto”.”

Enzo Carli